di Rita Felerico Per incontrare Fortuna, incamminarci nel suo percorso di segni, di colori, entrare nelle sue metafore di forme difformi, bisogna lasciarsi andare, senza alcun legame di pensiero, senza nessun laccio di prigioniero pregiudizio, come suggerisce Fortuna, che narra liberamente di sé, del suo essere artista, della sua inquietudine di essere donna e di esistere in un mondo che si ingarbuglia e si sbriciola in cerca di una presunta identità . Molti dipinti sono simili a sceneggiature da palcoscenico, si individuano punti di fuga, di luce teatrali e molti protagonisti sono maschere o indossano maschere. Fin dall’infanzia ha sentito il desiderio di creare: immagino le sue dita divenire come matite, pastelli, pennelli …ha iniziato così ad allungare le mani a farle sapientemente muovere e oggi manovra insieme a pennelli più grandi per ampie tele anche spatole. Scrive una mia amica poeta, Dorinda occorre avere le BRACCIA LUNGHE LUNGHE dice, per afferrare l’amore, che...