Servizio di Rita Felerico
Rientra nel calendario
degli eventi organizzati dal Museo Cappella Sansevero per il 250° anniversario
della morte di Raimondo di Sangro, VII Principe di Sansevero, la presentazione presso l’Archivio
Storico di Napoli del libro di Fabrizio Masucci e Leen
Spruit dal titolo: “Raimondo
di Sangro. Cronaca di vita e opere”, pubblicato dalla
casa editrice alós. Il libro, si sa, è uno
strumento insostituibile per un pensiero che voglia indagare nel passato
inducendo al ripensamento e alla progettazione futura, e Cronaca ne è un esempio. Non
riveste infatti un carattere
puramente biografico o autobiografico e le opzioni sono molte per descrivere
quella che è piuttosto una biografia dei fatti , che trova i suoi
prodromi in scritti di grandi personaggi della storia della cultura, come lo Shiller dell’Inno alla gioia - che Beethoven fa cantare al coro
nella sua Nona sinfonia, diventato universale espressione di libertà - o il Goethe
del Viaggio in Italia, resoconto
di un Grand Tour che l'autore compì tra
il 3 settembre 1786 e il 18 giugno 1788.
Una prospettiva di lettura espressa con
appassionata partecipazione da tutti i partecipanti al tavolo, Candida Carrino, Direttrice dell’Archivio di Stato, gli autori, Fabrizio Masucci e Leen Spruit, il prof. Francesco Paolo de
Ceglia, docente di Storia della Scienza presso l’Università
degli Studi di Bari e il
giornalista Mario Ajello. Non meno appassionata, dai toni evocativi,
immaginifici ma insieme puntuali e identitari, la lettura interpretativa di
Imma Villa e Carlo Cerciello. Brani tratti
della Lettera Apologetica, dalla
corrispondenza con gli intellettuali del tempo, dai discorsi tenuti presso la Loggia
Massonica, hanno aperto uno spiraglio per poter scrutare meglio dentro la vita
e l’anima del Principe. “La Cronaca offre molti materiali che fanno
luce sul personaggio più mistificato della storia napoletana – spiega
Ajello – inquadrandolo nella cultura
della Napoli del ‘700, descrivendo la sua lotta, un vero e proprio corpo a
corpo, per la libertà di pensiero e di stampa”. La Cronaca
restituisce alla nostra riflessione il clima che si respirava allora nella
popolosa capitale del Regno, pregna del controllo politico e religioso,
dell’atmosfera di repressione esercitata nei confronti della libera ricerca e
descrive gli accadimenti nei quali il Principe era incorso nella sua accesa
dialettica con il potere, essendo considerato, lui, ‘soggetto sospetto’.
Nonostante tutto Napoli era un vero e proprio laboratorio di esercizi di
libertà, di fervente ribellione alle costrizioni volute dalla chiesa e dal
bigottismo che impedivano il diffondersi di un sapere illuminato. Esistevano tipografie clandestine che il Principe
frequentava assiduamente; lui stesso stampava e diffondeva le sue opere, ‘messe
automaticamente al bando’. Emblema di
libertà –come lo descrive il Direttore del Museo Cappella Sansevero Fabrizio
Masucci – la Cronaca rivela “L’ostilità
nutrita verso il Principe non solo da parte della chiesa e degli zelanti, ma
anche dai confratelli massoni” (in seguito alle vicende susseguitesi dopo
la pubblicazione della Lettera Apologetica)
ma soprattutto evidenzia il profilo umano
di Raimondo di Sangro”. L’uomo che seppe separare le sue vicende private –
debiti, creditori, le ruberie nei sui confronti, la confusa gestione dei sui
feudi – dal suo essere letterato, mecenate, generoso condivisore di un progetto
culturale che desiderava tramandare a tutti e soprattutto alle giovani
generazioni, mobilitando artisti i quali sotto la sua guida realizzarono quel Tempio di Virtù che è la Cappella.
Lo si evince dal discorso pronunciato nel 1753 presso la Loggia, nel
quale la corsa contro il Tempo da lui
intrapresa “Affinché nessuna epoca, nessuna
generazione se ne dimentichi” (come scritto sulla sua lapide) prende
corpo nella costruzione della Cappella. Molti dei documenti , degli epistolari,
delle opere citate in Cronaca sono
custoditi nell’Archivio, riferisce la Direttrice, e molto si potrebbe ancora
scoprire sugli esperimenti, le dispute che hanno coinvolto il geniale Principe,
molto anche sull’interpretazione e la dettagliata analisi del miracolo di San
Gennaro, sulla cui ‘fenomenologia’ letta attraverso gli occhi di Raimondo si è
soffermato il prof. de Ceglia, che ha parlato di Cronaca come del libro
definitivo sulla letteratura di Sansevero, nel quale si snoda il filo
cronologico degli accadimenti punteggiato da istantanee, come una raccolta di
fotografie del’700 che narra per immagini l’epoca.
Un libro di più pagine, ma di accattivante lettura, non solo per
esperti, che rende la figura di Raimondo di Sangro familiare e vicina a noi
‘moderni’, al nostro modo di sentire e concepire la conoscenza e le vita. Tanto
da imparare e scoprire con il Principe, come confermato dalla presenza del
pubblico (si sono dovute aggiungere sedie nella grande sala Filangieri) fra cui
i tanti collaboratori e dipendenti del Museo (presenza non scontata), salutati
dal loro Direttore Fabrizio che, con commozione, ha ricordato Pietro, storico
dipendente, ammiratore e attento studioso del Principe, al quale non è riuscito
– purtroppo - a donare il libro.
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