L’antieroe in una società schiacciata dall’ignoranza e dal complicato riscatto civile nel dissacrante romanzo di Tommaso Borrelli. “Un giorno, o l’altro”, presentazione del volume domenica 5 maggio a Napoli alla libreria Iocisto
Domenica 5 maggio 2019 alle ore 11.00
presso la Libreria Iocisto a Napoli si presenta il volume Un giorno, o l’altro di Tommaso Borrelli.
Con l’autore dialoga lo scrittore
Aldo Di Mauro e la prof. Monica D’Angelo, socia di Iocisto.
Letture di Anita Curci. Modera il giornalista Pino Cotarelli.
“Un giorno, o l’altro” di Tommaso
Borrelli, edito dalla Kairòs, 220 pagine, euro 15, è un libro ampiamente
autobiografico e racconta di un insegnante quarantenne della provincia
napoletana e dei suoi tentativi per evadere dalla routine in una società schiacciata dall’ignoranza e dal complicato riscatto
civile.
Il volume sarà presentato domenica 5 maggio 2019 alle
ore 11.00 presso
la Libreria Iocisto in piazza Fuga (via
Domenico Cimarosa 20) a Napoli.
Dialogherà con l’autore, lo scrittore Aldo Di Mauro e la prof. Monica
D’Angelo, socia di Iocisto, tra le letture della editor e scrittrice Anita
Curci. A moderare, il giornalista Pino Cotarelli.
Tra
le pagine lucide, crude, ironiche e a tratti ciniche di “Un giorno, o l’altro”,
il protagonista fa di tutto per uscire da una realtà che non sente più sua e
che, anzi, è in contrasto con le aspirazioni e i sogni di un tempo, in cui
pareva avviato ad una brillante carriera e ad un’esistenza eccitante.
I
totem di quell’epoca dorata sono un docente universitario e una ex fidanzata,
Alice, entrambi personaggi bizzarri, sopra le righe, verso cui il
protagonista/autore ancora oggi prova un acuto sentimento misto di nostalgia e
avversione.
“L’idea
di scrivere il romanzo è nata da un’insoddisfazione come lettore. Non riuscivo
a trovare una storia priva di elementi artificiosi, “romanzeschi”, che appunto
mostrano fin troppo la mano dello scrittore, i suoi trucchi, la sua voglia di
dominare la finzione narrativa. Cercavo un contatto con la pagina scritta ad un
livello più profondo, la descrizione di una realtà anche sgradevole e noiosa,
ma concreta. E mi sono scritto il romanzo che avrei voluto leggere”, spiega
Borrelli, che così ha dipinto, per dar vita al suo personaggio “indeciso,
sgradevole, maschilista, rancoroso”, un quadro dissacrante della società
odierna, di come essa appare ai suoi occhi e di come, probabilmente, in realtà
è.
Ci
si potrebbe chiedere la ragione del titolo, “un giorno, o l’altro”. Non è che il mantra del
protagonista, la formuletta magica che gli permette di tirare avanti. In sostanza, ciò che più colpisce
è “L’Altro”, quello che l’uomo/autore cerca disperatamente dentro se stesso e
non fuori, ovvero una versione ipotetica di sé, di ciò che forse lui sarebbe
stato se da giovane avesse fatto scelte diverse.
“Quello
che affresco è anche un distruttore di certezze: la scuola, il lavoro, la
didattica (essendo egli un insegnante), il matrimonio e i sentimenti. Il suo è
un rifiuto totale di tutto ciò che il mondo gli propina, ma non è un ribelle. O
meglio, è un ribelle vigliacco, un rivoluzionario da poltrona: teorizza il
superamento del matrimonio e tradisce la moglie, ma di nascosto. Litiga con i
colleghi insegnanti e svolge il suo lavoro in modo svogliato, però senza mai
oltrepassare il limite, senza trasformare la sua inerzia in protesta aperta.
Perché, se lo facesse, sarebbe un eroe, un personaggio da romanzo, e lui invece
non lo è: gli manca la stoffa”, chiarisce l’autore, che conclude: “Sconsiglio
il volume ai lettori che cercano storie di buoni sentimenti, a quelli che da un
libro desiderano essere rafforzati nelle certezze che già hanno prima di
entrare in libreria, e ai lettori incapaci di distinguere la finzione narrativa
dalle convinzioni personali, quelle dell’autore e le proprie. Perché questo
romanzo offre una descrizione accurata e non edulcorata della vita di provincia
e dell’insoddisfazione di un uomo comune, senza compiacimenti letterari e senza
inganni commerciali”.
L’AUTORE
Tommaso
Borrelli nasce a Napoli nel ’78 e risiede tuttora nell’hinterland. Dopo aver
intrapreso studi di letteratura e di teatro, si è dedicato per un certo periodo
della sua vita alla scena e a perseguire la carriera accademica finché non ha
iniziato il percorso per diventare insegnante. Oggi insegna materie letterarie
in una scuola media della provincia. Gli autori cui si ispira sono Bianciardi,
Testori de “Il Ponte della Ghisolfa”, DeLillo, Arpino. Al momento, tra
embrioni, appunti, e capitoli sparsi, ha in lavorazione numerosi testi in cui
rimane forte il tema della formazione individuale nel sud Italia.
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