Servizio di Rita Felerico
Sarà ospitata fino al 26 luglio la mostra al Museo Cappella Sansevero dal titolo:
“Un Immenso Scandalo” – il caso della
Lettera Apologetica del Principe di Sansevero, inaugurata il 24 giugno
scorso. Ne scrivo ora dopo aver prestato attenzione a quanto attrattivi
potessero essere i contenuti digitali e i libri rari esposti rispetto alle
opere d’arte e alle famose ‘macchine anatomiche’. Non ho un monitoraggio continuativo
ed approfondito, ma posso affermare che i più giovani sembrano essere i più
interessati, non solo per la dimestichezza con il digitale ma per come è stata
concepita. Curata dal Direttore del Museo Cappella Sansevero Fabrizio Masucci, autore dei testi e ideatore
del gioco con i quipu, possiede un
valore in più, poiché si avvale della conoscenza e della passione che il
discendente del Principe ha saputo infondere e trasmettere. “ Se pensiamo che in pieno Settecento
Raimondo di Sangro rivendicava per tutti non solo il legittimo diritto, ma forse anche la precisa obbligazione di
liberamente esaminare qualsivoglia cosa, o che sosteneva che anche gli atei
potessero avere una ‘perfetta morale’, possiamo farci un’idea della modernità
di pensiero del Principe – afferma – Gli
spunti suggeriti dalla Lettera Apologetica sono tanti e vari : per questo
abbiamo scelto di offrire diversi percorsi di
approfondimento “. Esiste una Lettera Apologetica per ognuno di noi,
per gli appassionati di rarità, per le persone ironiche, per gli irriverenti, per gli amanti del mistero, per i complottisti, per gli spiriti liberi, per gli
estrosi, per i cittadini del mondo.
E questa è la scoperta più avvincente della mostra, avvicinarsi ad un testo
definito, offensivo, temerario, messo al bando dai più oscuri pregiudizi e
riscoprirlo non solo attuale e ancora pericoloso nelle sue affermazioni e
metodi di ricerca, ma – anche se per una piccola parte - in linea con un nostro
modo di essere al mondo. La Lettera,
definita un immenso scandalo da Luigi Capuana , nella seconda parte del
testo parla dei quipu un sistema di
notazione e calcolo usato dagli Incas del Perù, corde variamente colorate e
intrecciate ancora non completamente decifrate nel loro significato (pochi fra
gli stessi Incas ne possedevano conoscenza e la rivelavano ai figli solo sull’ultimo dei loro giorni ) e che Raimondo riteneva essere una vera e
propria scrittura di linguaggio. Sono in mostra le tre tavole dei quipu – la
prima contiene le ‘parole maestre’ e l’ultima la traslitterazione ideata dal
Principe dei quipu in alfabeto latino, prevedendo spazi e nuovi segni di
punteggiatura, compreso il punto ironico. La sezione digitale della mostra, Gioca con i quipu del Principe, mette infine
alla prova l’intuito del visitatore che è invitato ad associare i quipu al loro
significato. In perfetta sintonia con l’atmosfera e lo spirito ‘formativo’
della Cappella, non sarebbe male considerarla stabilmente come parte
dell’incontro / visita con il Museo e quindi con il Principe.
E mentre a Napoli si cerca di decifrare
il misterioso linguaggio degli Incas, il principe raggiunge il castello dei
duchi di Sangro a Torremaggiore (provincia di Foggia) che ha ospitato sabato 10
luglio la prima edizione del Tempo Felice inaugurando,
nell’anno delle celebrazioni del 250° anniversario della morte di
Raimondo di Sangro organizzate dal
famoso Museo napoletano, le iniziative del Mese
Disangriano nella sua città natale. Un gemellaggio unisce ora Torremaggiore
alla Cappella di Sansevero: il sindaco della cittadina pugliese, Emilio di Pumpo, e il direttore del
Museo Cappella Sansevero, Fabrizio
Masucci, hanno sottoscritto infatti un protocollo di intesa per le
celebrazioni annuali dedicate alla figura di Raimondo di Sangro VII Principe di
Sansevero, che si terranno a Napoli e a Torremaggiore fino al 2023.
Nato a Torremaggiore nel 1710, morto a Napoli nel 1771 Raimondo, riconosciuto indiscutibile
genio del Settecento italiano, è così ancora una volta protagonista – come era
nei suoi desideri – della scena culturale, per trasmettere, soprattutto alle
giovani generazioni, l’amore per la ricerca della bellezza e della sapienza.
Non a caso il titolo della rassegna è Il
Tempo Felice: ispirandosi alla cantata Nel tempo felice,
composta da Giovan Battista Pergolesi nel 1735 in occasione dei festeggiamenti
per le nozze di Raimondo di Sangro e Carlotta Gaetani in Torremaggiore, rimanda
ad un periodo fecondo e di gioia del genio di Torremaggiore. Si narra – non
disdegnando l’alone di mistero che avvolge ogni fatto inerente a Raimondo - che
l’oratorio composto dal giovane Pergolesi sia dedicato a Giulia Spinelli, suo amore
contrastato e infelice, una leggenda d’amore della quale pare si sia occupato
anche Benedetto Croce.
La partitura poi il Principe di Sangro la affidò al giovane Mozart, di
tappa a Napoli durante uno dei suoi viaggi in Italia con il padre Leopold. Appuntamenti
di questa prima rassegna pugliese l’incontro con Mario Fiore, Martin
Rua, Fabrizio Masucci e Bruno Crimaldi per
la presentazione del libro pubblicato da alós edizioni, Raimondo
di Sangro. Cronaca di vita e opere, a cura di Fabrizio Masucci e
Leen Spruit e Il pensiero velato. Una meditazione notturna del principe
di Sansevero, un melologo in quattro quadri che si è avvalso della voce
recitante di Andrea Renzi e delle voci di Lorena
Grigoletto, Armando Mascolo, Sonia Prota ed Enzo
Salomone (tutte registrate) a cura dell’Associazione Quidra, libretto e direzione Rosario Diana, musica e direzione musicale Rosalba Quindici, Lucio Miele percussioni.
Quale sarà il prossimo appuntamento previsto per
le celebrazioni? Dove ci porterà il Principe?
©
RIPRODUZIONE RISERVATA
Commenti
Posta un commento